Sta portando avanti il nome e i valori di sua figlia: Gino Cecchettin è tornato a parlare svelando i sentimenti verso Filippo Turetta.
La storia della povera Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, è diventata un vero e proprio caso che ha coinvolto tutta l’Italia. Ancora di più da quando il padre della povera ragazza, vittima di femminicidio, Gino Cecchettin, ha deciso di portare avanti iniziative in memoria del valori della giovane. In queste settimane, infatti, l’uomo sta pubblicizzando il libro ‘Cara Giulia’ e anche nell’ultimo appuntamento presso la sala civica Sandro Pertini di Saonara, il genitore non ha fatto mancare alcuni passaggi importanti e delicati, sia per la figlia sia per il suo killer.
Gino Cecchettin, il perdono “impossibile ” a Filippo Turetta
Tra i vari passaggi dell’evento organizzato per la pubblicizzazione del libro ‘Cara Giulia’, il padre della povera ragazza ha avuto modo di affrontare il tema dei sentimenti verso il killer, Filippo Turetta.
In passato, il signor Gino aveva parlato dei genitori del ragazzo, e ora si è soffermato proprio sul diretto interessato. Come riportato da PadovaOggi, infatti, Cecchettin ha detto: “Perdonare Filippo? Sono riuscito con un grande lavoro interiore a non provare i sentimenti dell’odio e della rabbia, ma ad oggi sono ancora lontano dal provare il desiderio di perdonarlo. Questo passaggio significherebbe abbracciarlo e dirgli che è tutto passato. Ebbene, penso sia umanamente impossibile, almeno per me. Mi ha tolto una delle gioie più importanti della mia vita”.
Il significato del libro e le iniziative per Giulia
Non sono mancati anche momenti di grande emozione relativamente alla volontà del padre di Giulia di portare a galla, anche con il libro, i valori della sua compianta figlia e un messaggio forte e di libertà per tutte le donne.
“Non sono una persona insensibile, vivo le mie sofferenze, ma cerco sempre di trarne un insegnamento. Tutti i giorni spendo almeno trenta minuti del mio tempo a guardare le sue fotografie e quelle della sua mamma […]”.
E ancora: “Se solo una donna, nel leggere questo libro capirà quando è il momento di chiedere aiuto, di cambiare strada, di allontanarsi da una relazione malata e si salverà, ecco, allora significherà che avrò fatto un buon lavoro”.